Nello scenario attuale di transizione energetica e decarbonizzazione delle attività produttive, la Carbon Footprint sta giocando un ruolo fondamentale. Nata per verificare l’impatto delle attività umane sui cambiamenti climatici in corso, è diventata un’analisi indispensabile per tutte le aziende che vogliono iniziare un percorso di sostenibilità che punti alla decarbonizzazione dei processi produttivi e dei prodotti commercializzati. Per garantire l’oggettività dell’analisi sono stati stilati degli standard internazionali da seguire per la misurazione delle emissioni di gas climalteranti rilasciate in atmosfera dalle organizzazioni. Il tutto, in linea con gli obiettivi di decarbonizzazione previsti dal Green Deal UE.
Gli obiettivi europei per la riduzione delle emissioni
Gli effetti dei cambiamenti climatici sono sempre più evidenti: siccità, fenomeni meteorologi estremi e alte temperature stanno mettendo a rischio l’ecosistema del nostro pianeta. Non solo: il sistema economico e produttivo globale è seriamente minato dai danni causati dal climate change in corso. Urge intervenire. In quest’ottica, l’Unione Europea ha definito un piano di interventi per la decarbonizzazione del Continente: il Green Deal. Il piano predisposto dall’UE prevede una serie di azioni finalizzate al raggiungimento degli obiettivi di net-zero emissions al 2050.
Un progetto ambizioso che richiede interventi strutturali e un piano di investimenti che coinvolga la politica, il mondo della finanza e le industrie. Unità di intenti, coesione e un approccio olistico: questi gli elementi necessari per concretizzare le finalità previste dal Green Deal. Oltre ad una reale quantificazione della portata emissiva delle attività umane su piano globale grazie alla Carbon Footprint.
Misurare il proprio impatto: quanto è importante oggi?
Nell’attuale contesto economico e politico la sostenibilità ha assunto un ruolo centrale: crescita economica e produttiva sono direttamente connessi all’impatto ambientale che le attività umane hanno sul pianeta. La Carbon Footprint è, quindi, un parametro di grande utilità per aziende e organismi internazionali perché permette di calcolare e quantificare, secondo criteri validati a livello internazionale, gli impatti emissivi reali delle attività produttive aiutando, anche, a monitorare l’efficienza energetica dei diversi attori coinvolti. Oggi più che mai, chi fa impresa è chiamato ad un’azione di responsabilità verso la comunità: quantificare, monitorare e ridurre la propria impronta di carbonio è indispensabile per ridurre i rischi di esposizione sul mercato oltre che per dimostrare il proprio impegno in favore di un percorso che mette al centro il benessere del pianeta e delle generazioni future.
Industrie sostenibili con la Carbon Footprint
È sempre più evidente quanto la sostenibilità, oggi, sia un tassello fondamentale per il mondo imprenditoriale. Nell’ultimo anno è cresciuto, in modo esponenziale, il numero di aziende che hanno inserito, tra gli obiettivi strategici, il raggiungimento del target net-zero emissions. In tante, hanno anche aderito al modello di Società Benefit in sinergia con l’acquisizione della certificazione B Corp rilasciata alle società che mettono al centro l’ambiente, la collettività e le best practice di governance e gestione delle risorse umane.
Entrambe le scelte si collocano all’interno della definizione di un piano industriale che mette al centro la sostenibilità. In questo contesto, il calcolo della Carbon Footprint dell’organizzazione e dei prodotti commercializzati diventa rilevante. L’oggettività dello strumento permette di quantificare, in modo puntuale, i fattori emissivi di gas climalteranti coinvolti nel processo produttivo lungo tutta la filiera. In questo modo, le imprese possono condividere, con clienti e stakeholder, i propri risultati, in termini di riduzione dell’impatto ambientale, in modo esaustivo e trasparente.
Le aziende che avviano questo processo di analisi delle emissioni innescano un processo positivo e virtuoso che ben si coniuga con la necessità di ridurre l’impatto ambientale delle proprie attività in favore del benessere delle comunità e del pianeta.
Una scelta strategica in linea con le aspettative della comunità ma, soprattutto, con quelle di finanziatori e fondi sempre più attenti all’integrazione dei criteri ESG all’interno del sistema produttivo.
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