Il caro energia continua a gravare su imprese e famiglie determinando costi energetici insostenibili. Secondo il Centro studi di Confindustria, a gennaio abbiamo raggiunto il +450% dei costi dell’elettricità rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Effetto generato: diminuzione dei margini delle imprese con conseguente rischio sul percorso di risalita del Pil. Secondo le stime, la produzione industriale ha subito un calo pari al -1,3% nel solo mese di gennaio 2022.
Cosa ha determinato questo vertiginoso aumento dei prezzi?
La volatilità dei prezzi relativi al mercato dell’energia elettrica è un fenomeno endogeno. Il prezzo dell’elettricità, in Europa, viene determinato da aste orarie il cui esito riflette le logiche del mercato. La forte dipendenza dal gas naturale per far fronte agli elevati consumi energetici del nostro continente, ci espone a rischi legati anche alle variazioni degli equilibri geopolitici. In questo momento, con il prezzo del gas aumentato di circa 4 volte, le rinnovabili ferme al 42%, la dipendenza data dalla generazione elettrica del gas ci porterà ad avere un rincaro pari al 70% della bolletta elettrica italiana rispetto al 2019.
La soluzione temporanea data dal DL Sostegni-ter
Per far fronte al caro energia, il nostro Governo ha inserito, nel Decreto Sostegni-ter, una serie di interventi volti a contenerne l’impatto sulle imprese per il periodo gennaio/marzo, Nello specifico, sono previste tre misure: azzeramento degli oneri di sistema per le utenze con potenza disponibile pari o superiore a 16,5 kW, un contributo sotto forma di credito di imposta per le imprese energivore, un sistema di tassazione, a carico degli operatori energetici, sugli extra-profitti generati dalle rinnovabili. Da luglio, l’Italia ha stanziato 10,2 miliardi di euro per mitigare i rialzi del gas e dell’elettricità.
Investire in efficienza energetica e rinnovabili può fare la differenza
La misura prevista ha carattere temporaneo. La crisi generata dall’aumento del gas ha mostrato le debolezze dell’Europa: la dipendenza dal gas naturale incide sulla produttività del nostro continente mettendo a rischio la crescita e la competitività. Secondo Fatih Birol, capo dell’Agenzia Internazionale dell’energia (Iea), il caro energia è stato determinato dal sistema europeo di approvvigionamenti. “La ripresa economica globale eccezionalmente rapida dell’anno scorso, le interruzioni e la manutenzione delle infrastrutture chiave del gas, la mancanza di forniture dalla Russia” hanno contribuito ad innescare il meccanismo di crisi. Secondo Birol, è necessario superare lo squilibrio determinato dal meccanismo di approvvigionamento energetico investendo in soluzioni virtuose e rigenerative come rinnovabili ed efficienza energetica.
Se avessimo intrapreso 5 anni prima il percorso di mix energetico previsto dal Green Deal europeo, con il 72% di rinnovabili sui consumi elettrici, avremmo avuto meno dipendenza dai combustili fossili e dal gas naturale con un risparmio di circa 30 miliardi per l’anno 2022.
“In questa crisi dei costi dell’energia, i prezzi per le rinnovabili sono rimasti bassi e stabili”, così dichiara Frans Timmermans, Vicepresidente della Commissione europea e Responsabile del Green Deal.
Investire in efficienza energetica, per imprese e industrie, continua ad essere la migliore strategia per ridurre i costi dei consumi elettrici.
Se poi, agli interventi tecnologici di energy saving fanno seguito gli investimenti in energie rinnovabili come il fotovoltaico, è possibile utilizzare l’energia autoprodotta per far fronte alle necessità produttive. Per le PMI, c’è un ulteriore vantaggio: le comunità energetiche. Per loro, sono previsti ulteriori sistemi incentivanti previsti dal GSE. Tutto a vantaggio di una sicurezza energetica e sostenibilità maggiore, con taglio dei costi produttivi e benefici ambientali per l’intero sistema Paese.