La diagnosi energetica, prevista per le aziende, è uno strumento normativo per la verifica e il monitoraggio dei consumi energetici connessi alle attività produttive. Introdotta nel 2014, si è rivelata, sin da subito, utilissima per avviare percorsi di sostenibilità energetica, ambientale ed economica all’interno delle aziende. Recependo le direttive europee sull’efficienza energetica (2012/27/UE e UE 2018/2002), con la diagnosi energetica si è finalmente definito il ruolo strategico ricoperto dall’efficientamento energetico nei settori industriali individuando gli strumenti idonei per il raggiungimento degli obiettivi europei previsti anche dal recente Green Deal. Infatti, grazie al sistema di controllo dei consumi energetici, il report prodotto è in grado di restituire, al management aziendale, un quadro chiaro e oggettivo sui costi energetici delle attività produttive individuando le inefficienze del sistema in termini di sprechi energetici e produttività.
Diagnosi energetica: uno strumento per la sostenibilità
Con il Green Deal, l’Europa ha delineato la sua strategia economica al 2050 incentrandola sulla sostenibilità e sulla decarbonizzazione. Un punto importante delle nuove politiche da attivare nei diversi Stati membri è rappresentato dall’efficienza energetica: sia lato civile che industriale, il risparmio energetico è stato identificato come un tassello fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione al 2050. Sono state, quindi, revisionate le diverse normative già in vigore per incentivare il risparmio energetico prevedendo nuove misure per facilitare e promuovere la loro implementazione nei diversi settori coinvolti: civile e industriale.
Se da un lato abbiamo assistito ad una revisione della normativa per l’efficienza energetica degli edifici, dall’altro si sta spingendo, sempre più, per l’implementazione di soluzioni energetiche sostenibili per il comparto industriale e produttivo dei diversi Paesi. In entrambi i casi, la diagnosi energetica è diventata lo strumento normativo ideale per restituire una fotografia reale dello stato dell’arte dei diversi settori. Sia per il settore residenziale che per quello industriale, la diagnosi energetica fornisce tutte le informazioni utili sui consumi energetici fornendo anche gli strumenti di valutazione utili per avviare delle strategie di riduzione dei consumi, degli sprechi e dei costi energetici.
Uno strumento per avviare percorsi di decarbonizzazione nell’industria
La diagnosi energetica è diventata, per le aziende, un valido strumento per l’implementazione delle strategie per la sostenibilità da definire lungo il percorso di decarbonizzazione dei processi produttivi interni. Avviare un’attività di audit energetico implica l’innesco di un meccanismo di controllo dei consumi con successiva analisi e verifica delle possibili azioni finalizzate al contenimento dei costi produttivi e degli sprechi energetici secondo quelli che sono gli obiettivi previsti dal Green Deal UE.
Vanno così a delinearsi diversi vantaggi per le aziende che scelgono di avviare una diagnosi energetica: taglio dei costi in bolletta, riduzione delle emissioni di CO2, riduzione degli sprechi energetici, ottimizzazione e razionalizzazione dell’energia, miglioramento della produttività, aumento della competitività.
Gli incentivi previsti
La programmazione delle attività di efficientamento energetico finalizzate all’implementazione di soluzioni tecnologiche utili per la riduzione dei consumi energetici richiede uno sforzo economico da parte delle imprese. Sono particolarmente cospicui gli investimenti economici richiesti per un cambio di rotta verso la sostenibilità e la decarbonizzazione dei processi produttivi. Per questo, si è reso necessario, sin da subito, prevedere degli incentivi fiscali che agevolassero le imprese nel sostenere l’investimento economico.
In questo senso, si è confermato, con la Legge di Bilancio 2022, il Piano Transizione 4.0. Secondo quanto previsto, l’acquisto di Beni Materiali e Immateriali 4.0 è incentivato, col meccanismo del credito d’imposta, fino al 2025. C’è la possibilità di consegna a giugno 2026 a patto che, entro il 31 dicembre del 2025, si paghi almeno il 20% dell’acconto. Con la proroga dell’incentivo si sta dando la possibilità, alle imprese, di pianificare gli investimenti dando un orizzonte temporale di medio termine sostenendo l’implementazione delle tecnologie per l’efficienza energetica.
Uno scenario interessante per le imprese che vogliono davvero impegnarsi per costruire un futuro più sostenibile.
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